Torta a due piani con gerbere rosse per la mia laurea

Ero carica, sì. Sentivo di avere tutto nelle mie mani. Un pizzico d'ansia ben celata. Parenti e amici che si danno il cambio nelle prime file per assistere da vicino al discorso: 10-15 minuti concentratissimi e, per questo, imperdibili.
La maggior parte con difficoltà ad inquadrarne i contenuti. Perché gli autografi, le lezioni, i manoscritti, la collazione, la scripta verghiana non sono mica il pane quotidiano di tutti. Il momento dopo la proclamazione è stato caratterizzato da un senso di leggerezza marcato in senso leopardiano. Avete presente quando il vostro professore cercava di inculcarvi il senso della poesia Il sabato del villaggio? Ecco, la sensazione è proprio quella. Il sabato è la gioia dell'attesa per gli abitanti del villaggio cui segue poi la domenica con le proprie aspettative deluse. E' un finale aperto: "e adesso?". Lo spauracchio del mondo del lavoro, la prospettiva della vita "vera" con cui confrontarsi senza lo scudo di quello stato di "beatitudine" studentesca. Si spalanca un orizzonte che non è mai un bivio, ma un incrocio di innumerevoli e, talvolta, inestricabili possibilità. E mi auguro il meglio in una società in cui dominano arrampicatori sociali e logiche economiche volte a screditare i miei tanto amati studi umanistici! ;)

Senza dubbio si tratta di un "grande giorno" quello della laurea, uno di quegli eventi che, per cultura e tradizione, si risolvono in momenti di convivialità. E qui, da brava food blogger, non potevano mancare le mie torte. Torte perché anche mia sorella si è laureata una settimana prima di me (qui). Non vi dico che fatica! 48 uova, 2 kg di crema pasticcera, chili e chili di pasta di zucchero... Tre giorni intensissimi di lavoro ripagati da tanta tanta soddisfazione!
E auguri a noi!:)

La torta è un pan di Spagna classico con una bagna di sciroppo di limone e rum, farcito con crema pasticcera e fragoline di bosco di Maletto. Le decorazioni e la copertura sono in pasta di zucchero al glucosio.