mercoledì 23 aprile 2014

La solitudine del carrello vuoto. Riflessione estemporanea sul carrello della spesa.


A chi non è mai capitato di sbirciare nei carrelli degli altri, di immaginare la vita di chi li spinge?

(S. Agnello Hornby, M. R. Lazzati, La cucina del buon gusto, 2013)

Una domanda alla quale non ho potuto fare a meno di rispondere. Sì, io sono la prima a mettere il naso nel carrello degli altri! Non per fare pettegolezzi ma semplicemente per curiosità. Da quello che comprano mi piace immaginare cosa faranno, come lo faranno e per chi lo faranno...
Io adoro fare la spesa, mi rilassa. Amo perdermi fra le corsie del supermercato, leggere etichette, ingredienti, calorie (non che sia una fissata visto che passo dall'ingurgitare 12 cinnamon rolls alla vellutata di verdure), fantasticare sulle ricette che potrei fare, scorrazzare allegramente tra uno scaffale e l'altro ed acquistare anche per impulso oltre che per necessità. 
Ogni carrello della spesa dice tanto di noi.
Ho visto carrelli e carrelli. 
Alcuni mostruosi da un punto di vista nutrizionale. Non che io non abbia schifezze nel mio, ma certi carrelli sono proprio stracarichi di bibite gassate, patatine, popcorn, caramelle, wurstel. E allora penso che magari è il carrello tipico per una festicciola di bambini. 
Poi ci sono i carrelli mono-prodotto, tipici di gestori di esercizi: pienissimi di sola carta igienica o patatine surgelate da 2 kg!
I più divertenti sono quelli degli uomini "single". I loro carrelli si riconoscono subito! Sono pieni di roba astrusa che una moglie avveduta non farebbe mai entrare in casa: 4 salti in padella, scatolame di ogni tipo (dai legumi ai sughi pronti), insalata in busta già lavata. L'importante è che non si spendano più di 10 minuti per preparare un pasto!
I più tristi sono invece quelli spinti da gente dall'aria sportiva (oggi si usa il termine healthy). Tenuta ginnica, fisico scolpito... nel loro carrello c'è spazio solo per l'acqua naturale (magari con una qualche azione depurativa), yogurt magro con lo 0,1% di grassi, tisane drenanti, latte di soia, salumi e formaggi rigorosamente magri e barrette ai cereali di ogni tipo.
Poi ci sono quelli degli anziani, semivuoti. Si soffermano sulle offerte, acquistano prodotti in piccole quantità, indugiano alla cassa aprendo e chiudendo ripetutamente il portamonete. E nei loro carrelli c'è sempre qualcosa per il loro nipotino.
Nel mio non manca mai il cioccolato: al latte, fondente, bianco, con le nocciole intere, con le mandorle tostate. E poi un po' di tutto, sia cibo sano che schifezze. Dalla pasta sfoglia pronta alle minestre surgelate. Perché non sempre ho voglia di stare troppo tempo in cucina soprattutto la sera dopo essermi sfiancata per un'ora sullo stepper e aver perso 500 calorie, giusto per sentirmi un po' meno in colpa dopo aver ingerito quintali di roba commestibile! E poi grandi quantità di farina, uova, burro, latte, zucchero, cannella e lievito. Non devono mai mancare, perché la tentazione di fare qualche manicaretto è quotidiana.

E adesso vado a fare la spesa. Oggi Pan brioche!

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